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Articoli di Lorena Bianchetti

Bentornata Lorena!

Bentornata Lorena!
Così titola la copertina della rivista settimanale “A Sua Immagine”
Il mio grazie lo potete leggere di seguito, nell’articolo di Novella Caterina, che vi ripropongo di seguito e tratto sempre dal numero 56 della rivista “A Sua Immagine”.

Lorena Bianchetti torna al timone di A Sua Immagine con un bagaglio di esperienze molto più fecondo, un rinnovato entusiasmo e la professionalità di sempre. È una persona interiormente ricca, grazie alla fede che le dà forza ed è il motore della sua vita. Ed è anche una persona ottimista. Per lei dopo il buio c’è sempre la luce. Ha molti sogni (che non ci racconta perché sono troppi!) e alcuni ricordi importanti, che custodisce nel cuore e ancora la emozionano se ne parla. Come l’incontro con Papa Francesco a cui vorrebbe dire tante cose. Chissà che non succeda. Chissà che non la chiami durante la trasmissione, come abbiamo fantasticato insieme, per parlare con lei di fede, di valori, di televisione. Forse è uno dei sogni che qualche volta si avverano. Auguri Lorena, per questo ritorno e per tutto quello che desidera il tuo cuore!

Il 9 febbraio compirai gli anni ed esattamente una settimana prima torni alla conduzione di A Sua Immagine. Si può considerare un bel regalo di compleanno?
Assolutamente sì, inaspettato e super gradito. Non ti nego l’emozione quando è arrivata la telefonata che annunciava questa proposta. Sono passati nove anni dall’ultima puntata che ho condotto in studio. Da allora si sono alternate tante esperienze professionali e umane che mi hanno forgiato e fatto crescere ma, come ho raccontato nelle interviste, quella fatta ad A Sua Immagine mi è rimasta sempre nel cuore. È stata una grande opportunità professionale ma, per me, soprattutto umana. Da lì è arrivata anche la popolarità che, però, ho sempre vissuto semplicemente come un incoraggiamento a proseguire. Non ho scelto questo lavoro per firmare autografi, ma per essere strumento di quei valori umani che ho sempre cercato di vivere e promuovere, in tutti gli ambiti in cui sono stata chiamata a cimentarmi.

Pensi di aver trasmesso questi valori anche quando hai presentato altri generi di programmi?
Il cristiano rimane tale in ogni con- testo in cui agisce ed è chiamato ad essere testimone, ovunque, anche ne- gli ambiti più distanti. Non ho mai negato la mia fede, che sento come motore della mia vita e non come etichetta da ostentare. Ciò mi ha permesso di vivere il mio lavoro con un ulteriore senso di responsabilità, con attenzione, pagando sulla mia pelle anche quei ‘no’ che ho detto con fermezza, tutte le volte che mi è stato proposto di dire o promuovere in trasmissione, per il mero gusto dell’ascolto, ciò che era lontano dai miei valori. In questi anni mi sono cimentata in programmi di intrattenimento come in trasmissioni di approfondimento giornalistico e il denominatore comune è stato quello di promuovere la dignità dell’essere umano, di considerare lo spettatore non come un consumatore, ma come un cittadino, come una persona appunto, alla quale offrire spunti e strumenti di riflessione, con semplicità.

Quale pensi sia il valore di una rubrica religiosa oggi?
Credo debba essere lievito nella società, senza la presunzione di fare proseliti. La televisione oggi legittima comportamenti e crea cultura. Penso che una rubrica religiosa possa fare servizio e contribuire alla costruzione del bene comune, ispirandosi alla dimensione spirituale.

La rubrica religiosa deve promuovere il dialogo e operare nella società con l’umiltà che il Vangelo ci insegna. Deve parlare al cuore della gente, scuotere, essere scomoda ai trafficanti di morte e ai venditori di paradisi artificiali. Deve trattare e toccare tutti gli ambiti che riguardano l’essere umano, dando voce a chi solitamente non ne ha, a chi spesso, agendo nel bene, in questo momento storico non fa notizia. Deve raccontare la realtà in tutte le sue sfaccettature, durezze e difficoltà, ma senza lasciarsi andare allo scoramento e senza piangersi addosso.

Cosa pensi di poter dare al pubblico “facendo televisione”?
Penso che la televisione sia uno strumento straordinario. Può essere megafono di volgarità ma anche di quell’eleganza capace di insegnare il bello e la libertà. Spero, attraverso il mio lavoro, di essere il più possibile vicina alla gente e alle sue problematiche, di poter raccontare la vita senza dimenticare quelle bellezze e quei doni che, nonostante le difficoltà, ci vengono comunque sempre offerti.

Tra questi doni a te è toccata la fortuna di incontrare diversi pontefici. Quali sono i ricordi più belli?
L’abbraccio con Papa Wojtyla: che emozione! Era il 15 agosto del 2000 e quegli occhi dardeggianti mi avvolsero di qualcosa che non so esprimere con le parole. La tenerezza di Papa Ratzinger e il ricordo del suo sguardo che profumava di cielo.

Poi, il 18 maggio scorso, l’incontro con Papa Francesco. Cosa pensi di lui?
È un dono inconfondibile dello Spirito Santo. Porto nel cuore il ricordo della sua straordinaria dolcezza. La sua persona e il suo pontificato stanno ribaltando quella desertificazione interiore che ha fatto stragi tra le persone. Quel richiamo all’essenziale, alla gratuità, alla semplicità sta resettando il cuore della gente. La sta rimettendo sui binari dell’amore vero, quello capace di commuoversi e di soffrire per l’altro. Il suo invito ad andare nelle periferie, a non essere cristiani da tè, libera le persone dalle prigioni che non fanno volare. La coerenza e la semplicità della sua testimonianza stanno toccando anche le anime più arrabbiate, anche quelle più lontane dalla dimensione spirituale. Una vera rivoluzione, quella forte del Vangelo incarnato nella quotidianità.

Qual è la frase che ti ha colpito di più?
Tutto. Dal quel “buonasera” del giorno dell’elezione, che rimetteva al centro la bellezza della semplicità della relazione e della condivisione, alla denuncia della globalizzazione dell’indifferenza fatta a Lampedusa.

Dalla promozione della tenerezza, all’invito a non cedere al pessimismo. Dall’umiltà necessaria per la fecondità, alle lacrime che a volte sono gli occhiali per vedere Gesù. Questo pontefice parla con il cuore, in modo semplice e diretto, risvegliando punti e sfumature snaturate da quel relativismo che aveva prodotto solo infelicità.

Immaginiamo che durante una pun- tata, all’improvviso, ti chiami…
Gli direi grazie per tutto quello che fa! E poi, se proprio dobbiamo sognare, gli chiederei cosa pensa della TV, ma anche qual è stato il momento più difficile della sua vita, quello più bello… e tanto altro ancora.

Magari anche di raccontare il suo rapporto con Dio. E il tuo, com’è?
Come quello tipico di un vero amore. A volte non capisco e chiedo il perché di alcune cose ma mai, fino ad ora, mi è successo di rinnegare qualcosa. Ho sofferto molto in alcuni momenti della mia vita ma, ogni volta, ho visto che affidandomi completamente venivo presa per mano e sorpresa di doni che mai avrei aspettato. Rin- grazio Dio per le prove che ho ricevuto, per la forza che mi ha dato nel sostenerle e per l’amore che sento ogni volta che apro completamente il cuore e lo svuoto di tutto ciò che riempie ma non nutre.

Ti definisci una persona felice?
Sono grata per tutto quello che ho. Non direi che mi manca qualcosa, parlerei più di sogni. Di quelli ne ho tantissimi ma questa intervista non basterebbe per raccontarli tutti!

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